Quando un patrimonio è diviso tra Italia e Stati Uniti, il tema della doppia imposizione ereditaria tra Italia e USA diventa delicato. Senza un’attenta pianificazione, c’è il rischio che gli stessi beni vengano tassati due volte: una in Italia e una negli USA.
1. Introduzione
La crescente mobilità internazionale delle persone e dei patrimoni pone spesso il problema della doppia imposizione ereditaria tra Italia e USA. Questo accade quando due Stati rivendicano la potestà impositiva sul medesimo trasferimento mortis causa. Nel rapporto tra Italia e Stati Uniti, la questione è particolarmente complessa perché non esiste una convenzione bilaterale specifica in materia di imposte di successione, a differenza di quanto avviene per le imposte sul reddito.
2. Il quadro normativo italiano
In Italia, l’imposta sulle successioni si applica ai beni:
- ovunque situati se il defunto era residente in Italia;
- solo ai beni situati in Italia se il defunto era residente all’estero.
Le aliquote variano dal 4% all’8% a seconda del grado di parentela, con franchigie specifiche (ad esempio, un milione di euro per i trasferimenti a favore di coniuge e figli).
3. Il quadro normativo statunitense
Negli Stati Uniti l’imposizione è federale e riguarda la estate tax, applicata sul patrimonio complessivo del defunto residente (citizen o domiciliary), ovunque situato.
Per i non residenti, invece, l’imposta si applica soltanto ai beni situati negli USA.
La normativa prevede una franchigia molto elevata (oltre 12 milioni di dollari nel 2025), ma ridotta drasticamente a 60.000 dollari per i non residenti.
4. Assenza di trattato e rischio di doppia imposizione
La mancanza di un trattato bilaterale Italia-USA in materia successoria comporta che un medesimo bene possa essere assoggettato:
- all’imposta italiana, in quanto parte dell’asse ereditario di un residente;
- all’imposta statunitense, in quanto bene situato negli Stati Uniti.
Ciò determina un evidente rischio di doppia imposizione.
5. Strumenti di mitigazione
In assenza di trattato, la pianificazione patrimoniale diventa essenziale. Tra le soluzioni pratiche:
- Credito d’imposta unilaterale (art. 165 TUIR per i redditi, applicabile per analogia in sede successoria): limitato, non sempre sufficiente.
- Trust: l’utilizzo di trust (residenti o non residenti) può consentire di:
- segregare i beni;
- anticipare il trasferimento intergenerazionale;
- talvolta ottenere un differimento o riduzione della tassazione.
Tuttavia, la diversa qualificazione civilistica e fiscale del trust in Italia e negli Stati Uniti (revocable vs irrevocable trust, grantor vs non-grantor trust) richiede un’analisi accurata.
- Strutture societarie: in alcuni casi, conferire beni in società (ad esempio LLC statunitensi o holding estere) può ridurre il rischio di imposizione diretta sulla successione.
- Donazioni in vita: se pianificate correttamente, possono sfruttare franchigie ed esenzioni più ampie.
6. Conclusioni
L’assenza di una convenzione Italia-USA rende la gestione delle successioni con beni o eredi presenti nei due Paesi un’operazione ad alta complessità giuridico-fiscale.
L’utilizzo di trust, strumenti societari e donazioni può ridurre o evitare la doppia imposizione ereditaria tra Italia e USA, ma richiede sempre una valutazione personalizzata e coordinata tra consulenti italiani e statunitensi.
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